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Rimossa la statua di martire in Ungheria: Imre Nagy

All’alba di venerdì 28 dicembre, quasi in segreto, è stata rimossa dalla piazza del Parlamento a Budapest la statua di Imre Nagy. A farla rimuovere è stato Viktor Orbán, Primo Ministro dell’Ungheria.

Gli esponenti del suo governo hanno, infatti, contrassegnato Imre Nagy come un “comunista dei peggiori”, accusandolo di essere collaboratore del Kgb sovietico (Comitato per la sicurezza dello Stato) durante lo stalinismo.

Imre Nagy, condannato a morte e giustiziato nel 1958, è considerato invece, nella memoria storica degli ungheresi un martire della rivolta, un eroe nazionale. Nagy è stato, infatti, il punto di riferimento di un movimento che mirava all’apertura del paese all’Occidente e ad alcuni principi tipici della liberaldemocrazia, culminato nella rivolta del 1956. In seguito al fallimento della rivolta, dovuto all’intervento delle forze armate sovietiche, fu imprigionato e giustiziato insieme ai suoi compagni.

Al posto della sua statua sarà ricostruito un monumento dell’epoca antecedente la seconda guerra mondiale, consacrato alle vittime del “terrore rosso” del 1919.

Il cambio di statua fa parte della lotta culturale e identitaria del governo Orbán contro i valori del liberalismo e della sinistra ungherese.

Nel corso della sua carriera politica Orbán si è spostato da posizioni liberali verso posizioni più radicalmente di destra nazionalista. È giunto a sostenere di essere sul punto di mettere in discussione la democrazia liberale occidentale, dichiarando la volontà di liberarsi dai dogmi e dall’ideologia europea.

Una nota di protesta arriva dal partito democratico in opposizione: “Orbán ha allontanato l’università Ceu, i tribunali imparziali, oggi il monumento Imre Nagy e quando sarai tu il prossimo?”