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Osiris-Rex e le tracce d’acqua su Bennu

Durante la fase di avvicinamento al nostro pianeta da parte dell’asteroide Bennu, tra agosto e dicembre,  la sonda Osiris-Rex della Nasa ha rilevato una possibile presenza di tracce d’acqua all’interno dei minerali che ricoprono la superficie dell’asteroide.

Le osservazioni fatte grazie ad Osiris-Rex e ai suoi spettrometri Ovis e Otes, hanno portato al rilevamento di molecole con atomi di idrogeno e ossigeno legati insieme.

Questo ha portato i ricercatori a supporre che tali molecole siano presenti su tutto l’asteroide, all’interno dei minerali e che quindi, in precedenza, l’asteroide “madre” da cui Bennu si è staccato, sia entrato in contatto con l’acqua, nonostante Bennu, di un diametro di soli 500 metri rispetto all’asteroide “madre” di diametro di 100 chilometri, sia troppo piccolo per aver potuto ospitare acqua sulla sua superficie.

Secondo John Robert Brucato, esobiologo dell’Inaf (Istituto Nazionale di Astrofisica): “Le prime analisi che sono state fatte dagli strumenti di Osiris-Rex sono ancora ancora su scala globale, vista la distanza che separava la sonda dall’asteroide, ma già ci forniscono delle informazioni importantissime.

Esobiologo dell’Osservatorio Astrofisico di Arceti e componente del team scientifico che ha portato alla scoperta di tracce d’acqua su Bennu, ha poi aggiunto: “Le indagini spettroscopiche rivelano la presenza di molecole d’acqua nei minerali sulla superficie dell’asteroide. Stiamo parlando di silicati idrati, che cioè contengono acqua nella loro struttura cristallina: sono materiali antichissimi, originati nella nebulosa protosolare da cui si sono formati i corpi del Sistema solare. Un’altra caratteristica di Bennu che abbiamo rilevato è la sua bassissima riflettività alla luce solare. E’ un corpo celeste molto scuro e presto potremo sapere quali materiali lo rendono tale.

Inoltre, il rilevamento di altri dati da parte di Ocams, altro strumento della sonda Osiris-Rex, insieme ai rilevamenti fatti dai telescopi a terra hanno avvalorato il modello originale della forma dell’asteroide, trattato e approfondito nel 2013 da Michael Nolan e il suoi team di collaboratori.

L’unico dato che è andato a scontrarsi con il modello originale di Nolan riguarda le dimensioni di un masso collocato nel polo sud dell’asteroide Bennu.

Questi, infatti, si riteneva fosse di un’altezza di non meno di 10 metri, mentre dalle osservazioni fatte da Ocams, questi risulta di un’altezza di circa 50 metri.

Allo scopo di determinare massa e orbita di satellite, la sonda Osiris-Rex sta svolgendo una ricognizione preliminare sul polo nord, sud ed equatore dell’asteroide Bennu.

Il primo inserimento orbitale è programmato per il 31 dicembre, dopodiché la sonda rimarrà in orbita fino a metà febbraio, quando avrà inizio una nuova serie di voli e rilevamenti dell’asteroide.

Ma la fase che terrà tutti col fiato sospeso e che potrà dare risposte più che concrete è prevista per il 2023, quando un campione dell’asteroide verrà portato sulla Terra ed esaminato.