L’Università di Torino in associazione con la Gedi News Network per formare i giornalisti del futuro.
All’interno del Salone del Palazzo del Rettorato, sito in via Verdi, è avvenuta la presentazione della nuova edizione del corso di Linguaggio giornalistico.
Il corso, costituente una laurea magistrale in Comunicazione e Culture dei media, è organizzato da quest’anno grazie alla coazione del Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’educazione ed il gruppo editoriale Gedi News Network. Le prime lezioni dell’edizione di quest’anno del corso si terranno a febbraio.
Alla conferenza di presentazione del corso hanno partecipato personalità di rilievo quali:
- Gianmaria Ajani, rettore dell’Università di Torino.
- Maurizio Molinari, direttore de La Stampa nonché docente titolare del corso.
- Luigi Vanetti, presidente di Gedi News Network.
- Gianluca Cuozzo, direttore del Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’educazione.
- Alberto Sinigaglia, il presidente dell’Ordine dei giornalisti del Piemonte.
“In un’epoca dominata da fake news e informazioni francobollo, dove la comunicazione si è trasferita quasi interamente sui social network, la sfida che accomuna chi si occupa di formazione con i professionisti dell’informazione è quella di far breccia nei giovani. Per questo abbiamo sposato questa collaborazione. Lavoreremo insieme nell’ottica di una rivoluzione del linguaggio, per entrare in comunicazione con gli studenti e trasformarli in cittadini consapevoli” afferma il professor Ajani.
Il corso
Della spiegazione del corso di studi si è occupato il professor Maurizio Monari, che ha puntato l’attenzione sugli obiettivi specifici del corso, cercando di tracciarne le basi. Importante spazio è stato riservato ad un settore in particolare, quello del datajournalism, ossia il trattamento dei dati, settore in via di sviluppo ma già fondamentale ai fini giornalistici.
“Il corso è qualcosa di importante per la città e per chiunque abbia a cuore l’innovazione. In una stagione rivoluzionaria per l’informazione, rappresenta una finestra sui cambiamenti che stiamo attraversando. Probabilmente alla fine avremo approfondito temi che oggi neppure conosciamo. Il percorso di formazione si avvarrà dell’esperienza delle firme del giornale e si propone di offrire solide basi nell’apprendimento e nella comprensione della professione giornalistica, ossia ricerca e trattamento delle notizie (reporting ed editing), imponendosi però di garantire anche la conoscenza delle nuove piattaforme sulle quali declinare i contenuti, dal web ai podcast fino alla realtà aumentata. Dal 2016 a oggi è stata diffusa il doppio dell’informazione creata da quando è nata l’umanità fino al 2015. Ciò è stato possibile grazie all’immensa produzione di dati seguita alla rivoluzione digitale. Ecco perché lo studio del datajournalism ormai è fondamentale” quanto affermato dal professor Maurizio Monari.