Negli ultimi anni la mole di informazioni emerse, tra cui moltissime testimonianze, sulla vitalità e sui costumi delle civitas romane presenti in Campania, non so contano quasi più.
Oltre al regio X ed alle recenti scoperte, tra cui papiri attestanti l’opera di Seneca il Retore, ad oggi ulteriori tracce umane sono emerse all’interno del Parco archeologico di Pompei.
Già tempo mesi fa erano emersi resti umani, ma ad oggi, la mole è cresciuta vertiginosamente.
Ben cinque scheletri sono stati ritrovati, di cui si presume, due donne e tre bambini, colpiti dai lapilli e dai resti materiali dell’edificio in cui è stata ritrovata pochi giorni fa l’iscrizione che ha reso un’ulteriore precisazione della data dell’ eruzione vulcanica ai tempi dell’età Flavia.
L’area in cui sono stati ritrovati, il Regio V, sarebbe una camera da letto, in cui le donne e i pargoli si erano rifugiati al tentativo di evitare l’immane fenomeno, di cui le ultime scoperte stanno meglio ridefinendo i caratteri, tra cui proprio l’impatto psicologico su gli stessi uomini del tempo.
La casa del giardino, luogo oramai già celebre per studiosi ed archeologico, per la recente iscrizione, era soggetta a lavori di restauro, ed va ad arricchire di straordinario interesse cognitivo sulle dinamiche, anche drammatiche, su dell’episodio traumatico per il mondo ellenistico-romano, come si evince anche dai segni rinvenuti vicino a porte e finestre, allo scopo di evitare l’ingresso dei fumi.
Ma, a destare ulteriore interesse sono altri ritrovamenti che in questi giorni sono avvenuti, insieme all’iscrizione, come una moneta seicentesca raffigurante Filippo d’Asburgo, la quale va a spostare di oltre un centinaio di anni l’interesse verso il sito, solitamente collocato intorno all’iniziativa di re Carlo di Borbone, nel 1748.