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Trump: “Putin forse coinvolto in omicidi”

“Putin? Probabilmente coinvolto in omicidi e avvelenamenti”: è quanto dichiara il presidente Usa Donald Trump in un’intervista alla Cbs, autorevole emittente radiotelevisiva statunitense, durante la trasmissione “60 minutes”.

Alla domanda del giornalista che gli chiedeva la sua opinione circa il coinvolgimento del leader del Cremlino in assassinii e avvelenamenti, Trump ha risposto: “Probabilmente sì, probabilmente”. Cercando poi di mitigare la gravità di quanto affermato, ha precisato: “Ma non negli Stati Uniti”. Riguardo al summit del 2016, il presidente americano non ha negato la difficoltà che caratterizzò l’incontro, ma dichiara di conservarne tutto sommato un buon ricordo.

Sul Russiagate, le presunte intromissioni del Cremlino nella sua campagna elettorale, ha spiegato: “Penso che sia un’indagine molto ingiusta, perché non c’era alcuna collusione di alcun tipo”, precisando allo stesso tempo di non aver intenzione di chiudere l’indagine.

Analizzando i rapporti con Russia e Cina, Trump ha poi affermato: “Penso, francamente, che la Cina sia un problema più grande rispetto alla Russia”. E circa i probabili dazi da imporre al Paese asiatico, dichiara: “Non sto cercando di spingere la Cina verso una crisi economica ma Xi Jinping, con il quale ho un buon rapporto, deve capire che le relazioni commerciali tra i nostri due stati devono essere più equilibrate. Non si poteva proseguire nella situazione precedente”.

E sul dittatore nordcoreano Kim Jong-un, ha evidenziato come il suo impegno diplomatico si sia limitato solo a diminuire le minacce agli Usa.

L’intervista ha toccato anche il tema del clima, del quale il leader della Casa Bianca ammette il cambiamento, ma mostra le sue perplessità sul fatto che dipenda dall’uomo. “Non sto negando il cambiamento climatico, ma potrebbe benissimo tornare indietro”, ha sostenuto. Ha inoltre aggiunto che non si può essere certi che determinati episodi “sarebbero successi comunque, con o senza l’uomo”.

“Non sottovaluto il problema ma non voglio spendere miliardi di dollari e perdere milioni di posti di lavoro. Non nego le questioni legate al cambiamento climatico ma è un tema da cui si parla da decenni. In passato abbiamo avuto uragani con un impatto ben maggiore rispetto a Michael. E gli scienziati in ogni caso non sempre sono neutrali, ma a volte fanno politica”.