Nel suo libro dal titolo “L’amica geniale“, Elena Ferrante parla di un’amicizia tutta al femminile, quella tra Raffaella Cerullo (detta Lila) ed Elena Greco, descritta dalla narratrice in tutta la sua franchezza, senza ricorrere in alcun modo al velo dell’ipocrisia.
Nel libro si parla di un’amicizia che vive sentimenti contrastanti: ammirazione e stima, ma allo stesso tempo anche invidia e rivalità. Ma chi nella realtà non si rispecchia in tutto ciò? I pensieri di Elena Greco sono serviti su un piatto che sembra essere stato preparato da noi, fatto di ingredienti che spesso ingoiamo e soffochiamo amaramente.
“Forse devo cancellare Lila da me…..non potevo passare il mio tempo a inseguirla o a scoprire che lei mi inseguiva e nell’uno e nell’altro caso sentirmi da meno”. Il sentirsi da meno è un sentimento molto forte nella protagonista, così forte che ti penetra dentro e così vero che lo riconosci all’istante, perché è una sensazione che nella vita abbiamo provato tutti nei confronti di una persona che abbiamo stimato e amato. La poca forza di carattere ci porta spesso a inseguire e a vivere nell’ombra di qualcun altro, perdendo così la coscienza di noi stessi e la consapevolezza delle nostre qualità.
Bellezza e intelligenza sono spesso i due primati che si vogliono raggiungere, acciuffare e fare propri senza alcuna condivisione e quando Elena vede in Lila entrambe queste qualità, stanca di essere seconda in tutto, inizia ad esserne invidiosa. Ma quale amicizia non è mai stata macchiata da un pizzico di invidia? Quale amicizia raggiunge la purezza assoluta? Nessuna. Ognuno di noi può rispecchiarsi in una delle due protagoniste e far propri i loro errori, le loro debolezze, ma anche quei loro sogni frantumati o realizzati. Così questo libro non può che terminare con la viva consapevolezza che in ogni rapporto umano viga sempre una Raffaella Cerullo o una Elena Greco.