Ischia, è trascorso un anno dal sisma di magnitudo 4, che lo scorso 21 agosto alle ore 20.57 colpì l’isola. Ad un anno da quel tragico evento, la rete sismica dell’isola è stata integrata con 11 nuove stazioni, di cui 6 mobili e 5 permanenti, che si aggiungono alle 4 preesistenti. A tracciare il bilancio di un anno di monitoraggio e sorveglianza nell’isola è Rosario Peluso, responsabile della Sala di Monitoraggio dell’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).
Alle 20.57 del 21 agosto 2018 l’isola d’Ischia si è fermata per un minuto. Il comune di Casamicciola terme, alle ore 20.57 si è fermato del tutto, spegnendo tutte le luci e raccogliendosi in un solenne minuto di silenzio, carico di dolore e speranza.
La rabbia dei cittadini sfollati e non è ancora molta, ma soprattutto la speranza di poter avere una nuova abitazione, o semplicemente accedere alla propria, è forte. La presenza istituzionale non è da meno, dal nuovo governo giallo-verde è stato nominato un Commissario, il prefetto Carlo Schilardi, arrivato oggi ad Ischia.
Incontrando cittadini e sfollati di Casamicciola Terme e Lacco Ameno, i due comuni maggiormente colpiti dal sisma del 21 agosto 2017, Schilardi ha detto: “Non sono l’uomo dei miracoli, ma ce la metterò tutta per avviare e portare a buon fine la macchina della ricostruzione e la gestione dei fondi dello Stato per questa calamità che ha colpito la vostra isola”.
Con il commissario, al cinema excelsior, erano presenti anche il vescovo d’Ischia Pietro Lagnese, il comandante e alcuni uomini del corpo dei vigili del fuoco di Napoli e il commissario all’emergenza terremoto Giuseppe Grimaldi, che affiancherà ancora per sei mesi il prefetto Schilardi.
Presente ad Ischia anche il vicepremier Luigi Di Maio, accompagnato da una inutile polemica, circa la relativa toccata e fuga ad Ischia. Il Ministro Di Maio ha espresso la propria vicinanza al popolo di Ischia, in particolar modo di Casamicciola Terme, promettendo, misure idonee affinchè si possa ridonare speranza e soprattutto stabilità alle zone colpite dal sisma dello scorso 21 agosto. “Se serve faremo anche un decreto per Ischia” ha detto il vicepremier Luigi Di Maio, parlando con i giornalisti a margine dell’incontro avuto oggi con i sindaci ed i consigli comunali di Lacco Ameno e Casamicciola in occasione del primo anniversario del terremoto. Il decreto-Ischia se servirà per “accelerare tutte le procedure che attiverà il prefetto alla ricostruzione Schilardi lo faremo. Lo dico da ministro e da vicepresidente del Consiglio perchè i terremotati del Sud hanno gli stessi diritti di altri”.
Il pentastellato poi ha aggiunto: “I cittadini di Ischia sono stati trattati come terremotati di serie C. Lavoreremo con il buonsenso” ha aggiunto Di Maio affermando di non essere venuto “a fare promesse sui tempi ma gli ischitani avranno un governo amico”.
Successivamente il ministro Di Maio, ha deposto una corona di fiori davanti alla chiesa del Purgatorio, a Casamicciola Terme, dove perse la vita Lina Balestrieri, una delle due vittime del sisma che provocò anche 42 feriti. Un minuto di silenzio è stato osservato dopo la deposizione della corona.
Il bilancio del sisma che alle 20:57 del 21 agosto 2017 fece tremare l’isola per circa 8 secondi fu di 2.405 sfollati (1.806
a Casamicciola, 562 a Lacco Ameno e 37 a Forio) e di 640 abitazioni, o unità abitative, completamente inagibili.
Al di là delle polemiche, inutili e assolutamente fuoriluogo, soprattutto in un giorno come questo, che dovrebbe essere di silenzio e rispetto per chi non c’è più, per i feriti e per chi è sopravvissuto, è bene ricordare, che il gruppo parlamentare ora al Governo insieme alla Lega, ha approvato tre odg che impegnano il governo a varare misure precise nei prossimi mesi, mettendo così fine a dieci mesi di silenzi.
Le polemiche possono essere giuste se costruttive, ma ad Ischia, a Casamicciola in particolar modo, è bene ricordare, in silenzio, soprattutto per ridare dignità ed esprimere vicinanza ad una comunità che ha subito dei danni gravi.
Il sisma certamente rappresenta una ferita ancora aperta, con 2400 sfollati, ma Ischia può e deve riprendersi.
Ovviamente le difficoltà non mancano, ma la voglia di andare avanti è forte e pulsante nel cuore di tutti.