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Romolo Bianco in “Bohemien Napoli in strada”

Romolo Bianco, cantautore, attore e scrittore napoletano reinventa e reinterpreta la canzone classica napoletana senza mai abbandonare la tradizione, aspetto essenziale dei suoi lavori.

Giovedì 9 agosto Romolo Bianco è stato protagonista di un’intensa serata musicale al Sole e mezzanotte club, di Ischia, nell’ambito della Rassegna Music & Theatre Summer Review 2018. Uno spettacolo intitolato “Bohemien, Napoli in strada”, scritto da Romolo Bianco; un percorso nel tempo e nello spazio, grazie alle note della chitarra di Romolo Bianco, accompagnato dalla fisarmonica di Giulio Fazio e dalle “interruzioni” dei due attori, Aaron Insenga e Pietro Cenzino di Meglio. Ad aprire lo spettacolo l’attrice Aurora Cecchi, la quale ha letto “Una Favola”, da Ballate di Periferia, una raccolta di racconti scritta da Romolo Bianco, ancora inedita.

La musica porta con sé un messaggio culturale, oltre che sociale, ben delineato dai testi delle canzoni scelte da Romolo Bianco, per una serata di condivisione, ricca di emozioni diverse.

I brani scelti da Romolo Bianco, molti dei quali particolarmente datati, sono sorprendentemente attuali; si può quindi affermare che la musica nella sua attualità evenemenziale dell’ascolto è quella forma, l’unica possibile, di utopia concreta, di utopia realizzabile. La musica è condivisione, amore, sentimento, immaginazione, ascolto, passione, socialità. Un tripudio di sensazioni ed emozioni tra loro differenti, che sprigionano una sonorità e una musicalità poetica, melodicamente essenziale.

In particolar modo la musica napoletana ha quella marcia in più, sia nella semplicità dei testi, che poi si rivelano essere ricchi dal punto di vista prettamente analitico, sia dal punto di vista musicale. Ed è così che Romolo Bianco, riesce a coinvolgere una platea numerosa, ad accompagnarlo nel cantare testi della tradizione classica napoletana.

Ad interrompere la magia delle sinfonie suonate da Bianco, Aaron Insegna e Pietro Cenzino Di Meglio, che con simpatia e professionalità hanno saputo intrattenere il pubblico, donando quel tocco ironico ad uno spettacolo che si configurasse come pluritematico e non soltanto musicale.

In tal senso, la musica, intesa come «racconto» identitario dei luoghi e come «narrazione» del profondo legame che ogni comunità instaura con il proprio territorio, consente di ripercorrere e comprendere la storia della società, ricordando avvenimenti straordinari, ma soprattutto facendo rivivere luoghi significativi, i quali rappresentano punti fermi che trasmettono sensazioni eterne ed immutabili, nonostante il fluire del tempo.

Uno spettacolo particolare, suggestivo e a tratti surreale, ascrivibile al genere del Teatro della Canzone, rivisto e reinterpretato. Il giovane cantante, attore e scrittore napoletano, porta in scena suggestioni di musica e narrativa, scegliendo l’accompagnamento della chitarra, da lui suonata e di una fisarmonica, per coinvolgere il pubblico in un viaggio poetico, ironico e musicale.

La canzone classica napoletana cantata e raccontata, fusa a sonorità mediterranee e alla sua narrativa contemporanea.