L’aborto legale non sarà possibile in Argentina: così ha decretato il Senato del Parlamento che con ben 38 voti ha negato la possibilità a milioni di donne di poter decidere di interrompere volontariamente la gravidanza.
L’ IVG o interruzione volontaria della gravidanza in Italia è oramai realtà quarantennale grazie alla legge datata 22 maggio 1978 n°194. Le donne argentine e le sudamericane in generale non vedono, in tal senso, rispettati i propri diritti in quanto appartenenti al genere femminile e ciò ha generato molto malcontento nella popolazione a seguito del raggiungimento del verdetto.
La legge, approvata in via temporanea dalla Camera nel mese di giugno, prevedeva alcuni punti salienti tra cui la possibilità di una donna di recarsi presso uno studio medico statale per effettuare la pratica abortista e il diritto della donna stessa di avvalersi della legge per poter interrompere la gravidanza entro la 14ima settimana di gestazione qualora fosse stato riscontrato, da accurata anamnesi medica, un pericolo per la vita della gravida o nel caso in cui il prodotto del concepimento fosse stato frutto di uno stupro.
Tragica è infatti la statistica relativa alla percentuale di donne vittime di violenza sessuale nel paese: circa 1 donna su 10 è stata stuprata almeno una volta nella sua vita.
Oltre che in Parlamento, grande bagarre e fermento si sono registrati nelle piazze principali d’Argentina dove due fazioni si sono fregiate di bandiere, panuelos (fazzoletti) e altri accessori sventolandoli insieme a slogan per sottolineare il rispettivo pensiero inerente il disegno di legge: da una parte i “verdi“, a favore della legge, dall’altra i “celesti“, contro la stessa o come si autodefiniscono alcuni membri di questi ultimi “pro-vita”.
Il clima, per nulla teso nel corso del dibattito parlamentare durato circa 16 ore, si è contraddistinto per le crescenti aspettative delle due frange in conflitto (pacifico) e per l’intonazione di numerosi cori.
Tuttavia, a seguito del verdetto, i verdi, probabilmente delusi ma anche furenti per la delibera raggiunta, si sono scagliati contro gli oppositori in piazza lanciando bottigliette di plastica e altri oggetti, fatto che ha allarmato immediatamente le forze dell’ordine le quali sono intervenute tempestivamente sedando l’assalto. Ben 3 “verdi” sono attualmente in stato di fermo. Alcun ferito è stato registrato durante la ressa.
Nuovi cortei saranno organizzati nei prossimi giorni per protestare contro una legge senza cui, checché se ne dica, si sottolinea marcatamente il gap tra le nazioni nordamericane e quelle al di sotto dell’equatore (dal Messico in giù, infatti, le violazioni dei diritti umani e in particolare quelli delle donne sono un habitué).