L‘8 luglio si celebra la giornata internazionale del mar Mediterraneo, l’occasione ideale per aumentare la consapevolezza sullo stato di salute del Mare Nostrum e sui pericoli che lo minacciano.
Il Mare Nostrum, come lo definivano i Romani, è un mare ricolmo di storia, cultura, bellezza e biodiversità. Ma è anche un ecosistema estremamente fragile, esposto ad enormi rischi, che necessita di adeguate e strategiche tutele.
La Giornata internazionale del Mar Mediterraneo è dedicata anche ai caduti del nostro mare: dai migranti ai pescatori, ai marinai, alle persone che del mare vivevano, o che nel mare inseguivano una speranza.
Una giornata dedicata alla salute del nostro mare e ai troppi morti dimenticati.
Rimane il significato importante della Giornata internazionale del Mar Mediterraneo comunque correlato all’ambiente, considerato che lo sfruttamento scellerato delle risorse naturali sono all’origine anche delle povertà, delle guerre e delle migrazioni che ne conseguono, provocando disuguaglianza e discriminazione.
LA SFIDA DEL MEDITERRANEO CONTRO LA PLASTICA
Secondo un rapporto del WWF, ogni anno 570 mila tonnellate di plastica entrano nella acque del Mediterraneo. In pratica, spiega l’organizzazione, è come se ogni minuto fossero calate in acqua 33.800 bottigliette di plastica.
Senza azioni specifiche, da qui al 2050, queste cifre non potranno far altro che aumentare, se consideriamo che la produzione di rifiuti plastici periodica quadruplicherà.
La sfida per i Paesi dell’area è sia quella di limitare la produzione, che di rendere più efficaci ed efficienti i sistemi di smistamento e riciclo dei rifiuti plastici.
LA PESCA NEL MEDITERRANEO
Secondo la FAO, l’area marina che tiene insieme il Mediterraneo e il Mar Nero, è quella soggetta a maggiore sfruttamento ittico. Per l’agenzia Onu, la percentuale di pesce pescato a livelli biologicamente insostenibili, raggiunge in questa zona il 62,2%, la più alta tra tutte le zone in cui sono suddivisi gli oceani del globo.
Ai Paesi che pescano nel Mediterraneo viene quindi chiesto uno sforzo supplementare di attenzione su questo aspetto, in particolare a quelli che sono maggiormente responsabili dello sfruttamento dell’ecosistema, come la Turchia e l’Italia.
INNALZAMENTO DEL MARE
Anche il Mediterraneo, come tutti, subisce le conseguenze del riscaldamento climatico. Tra queste, l’innalzamento del livello acquatico e le correlate conseguenze con cui tale fenomeno può influire sulle coste (come mostrano i dati del Copernicus Marine Service).
Secondo l’Enea, entro il 2100, se l’innalzamento non dovesse subire un arresto e proseguire con questi ritmi, oltre 5.600 chilometri quadrati di coste del nostro Paese rischiano di scomparire. Tra cui, 385 km di spiagge.
Un fenomeno che avrà conseguenze anche sull’economia, a cominciare dai principali porti d’Italia, esposti ad un innalzamento stimato tra 96 cm (Savona) e 1 metro e 6 cm (Venezia).
RISCALDAMENTO GLOBALE NELLE ACQUE (ANCHE DEL MEDITERRANEO)
Anche l’area mediterranea è interessata dal riscaldamento globale. L’aumento delle temperature è testimoniato anche dalla quantità di calore presente nelle acque, un valore in costante crescita, che sta mettendo a rischio la sopravvivenza di alcune specie.
CONVENZIONE DI BARCELLONA
Una delle colpe principali attribuite all’Italia è quella di non rispettare in modo analitico gli obblighi previsti dalla Convenzione di Barcellona, istituita nel 1976. Essa prevede l’attuazione di azioni precauzionali per prevenire, combattere ed eliminare l’inquinamento proteggere l’ambiente marino.
La Convenzione invita, inoltre, tutte le Parti a lavorare in congiuntamente e promuove attività per lo sviluppo sostenibile delle comunità del Mediterraneo.
A sostegno dei contenuti emessi, in seguito alla Convenzione di Barcellona, sono stati ideati numerosi progetti che oggi si occupano di vigilare, monitorare e gestire l’impatto dei rifiuti plastici sulla biodiversità.
Sono numerosi i progetti e le associazioni che oggi si occupano di vigilare, monitorare e gestire l’impatto dei rifiuti plastici sulla biodiversità, tuttavia, il lavoro da svolgere è ancora ingente e la Giornata Internazionale del Mar Mediterraneo ha proprio questo obiettivo.