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7marzo 1965: la messa non è più solo latina

Ascoltare la Santa messa in italiano è per tanti un dato di fatto.

Questo privilegio di pregare nella nostra lingua non è però così scontato per i nati,ad esempio,negli anni cinquanta del novecento o prima.

Eh già in una società spesso analfabeta, per rivolgere una preghiera a Nostro Signore bisognava conoscere il latino.

Il privilegio di ascoltare parti della Messa in italiano arriva il 7 marzo 1965 con l’ entrata in vigore del Sacrosanctum Concilium che di fatto  ne autorizzava l’uso .

La costituzione Sacrosanctum Concilium sulla sacra liturgia è una delle quattro costituzioni conciliari emanate dal Concilio Vaticano II.

Fu adottata con 2158 voti a favore e solo 19 contrari e fu solennemente promulgata da papa Paolo VI il 4 dicembre 1963.

Lo scopo del Concilio era quello di rendere  le sante realtà  più chiare e il popolo cristiano potesse capirne più facilmente il senso e possa parteciparvi con una celebrazione piena, attiva e comunitaria.

A tal fine nacque il proposito di utilizzate la lingua nazionale in molte delle perti della Liturgia.

È chiaro che utilizzare l’ italiano sia nella messa che nell’amministrazione dei sacramenti, sia in altre parti della liturgia,  può riuscire di grande utilità per il popolo.

Per quello che riguarda l’Eucaristia, il Concilio domanda che dell’”Ordo Missae” si faccia una revisione che, conservata fedelmente la sostanza dei riti, li semplifichi, sopprima le duplicazioni e gli elementi introdotti senza grande utilità e restituisca altri elementi andati perduti. Si dovrà leggere la maggior parte della Sacra Scrittura, distribuendone il testo in un ciclo di più anni. È vivamente raccomandata l’omelia, che non si ometta, se non per un grave motivo, nelle messe domenicali e festive con partecipazione del popolo, e si (re)introduca la Preghiera dei fedeli.

La Costituzione sulla sacra Liturgia Sacrosanctum Concilium è stata il primo frutto del lavoro dei Padri; unico documento nella storia dei Concili che tratta della liturgia nella sua globalità in prospettiva teologica e pastorale; magna charta del rinnovamento liturgico della Chiesa cattolica.