Il 7 ottobre 1943, a mezzogiorno, il Palazzo delle poste a Piazza Matteotti fu teatro di un attentato nazista. Una serie di esplosioni sconvolse la città di Napoli.
L’attentato nazista scosse Napoli a pochi giorni dalle Quattro Giornate – dal 27 al 30 settembre – nel corso dell’evacuazione delle ultime forze tedesche dalla città. Queste, spinte dall’arrivo degli alleati anglo-americani a Salerno, ripiegarono verso la linea del Volturno. Successivamente, poi, si stanziarono sulla linea Gustav, sfondata soltanto nel maggio dell’anno successivo.
Schiacciati dalla rivolta popolare e dall’arrivo degli alleati, i tedeschi non lasciarono la città di Napoli senza alcun rimostranza. L’attentato al Palazzo delle poste a Piazza Matteotti è uno degli ultimi colpi inferti nel corso della ritirata.
A mezzogiorno, una serie di esplosioni sconvolse i dipendenti e i cittadini nell’area ovest del palazzo. I boati, descritti come particolarmente violenti, sconquassarono il lato dell’edificio che affaccia su Piazza Carità.
7 ottobre 1943: l’attentato nazista causò la morte di trenta civili e ottanta feriti
L’attentato causò la morte di trenta civili e ottanta feriti. Tra questi, sedici vittime resteranno per sempre ignote perché irriconoscibili a causa della violenza dell’esplosione. Tra i civili caduti nell’attentato, molti furono giovanissimi. A perdere la vita nel tragico attentato nazista anche un bambino di due mesi, Beniamino Pinto, e due ragazzine, Editta Pinto, di tredici anni, e Antonietta Galizia, di undici anni.
Le ricostruzioni delle forze alleate affibbiarono la responsabilità dell’attentato alla 3a compagnia del 60esimo Battaglione Motorizzato Pionieri dell’esercito tedesco. Il capitano Lëiter e il tenente Lüdecke erano a capo della divisione. Sarebbe stato proprio il tenente, secondo gli alleati, a piazzare mine ad orologeria nell’edificio nascoste dietro un falso muro.
L’entità dell’esplosione fu davvero sconvolgente: gli ordigni piazzati quel giorno avevano un peso complessivo di 900kg. Tra le macerie, fu rivenuta perfino una bomba ad aereo tedesca dal peso di 250kg.
I giorni successivi all’attentato furono un susseguirsi di polemiche. Gli ingegneri dell’esercito statunitense, il giorno prima dell’esplosione, avevano ispezionato il Palazzo delle poste in Piazza Matteotti temendo rimostranze dell’esercito tedesco. L’111th Engineer Regiment, però, ritenne il luogo sicuro.