Una città a zero emissioni, dove non esistono macchine, con nove milioni di abitanti, si trova in Arabia Saudita.
Per volere del principe arabo Mohammed bin Salman, decine e decine di camion e operai sono a lavoro per costruire la città del secolo: The Line.
La nuova città dell’Arabia Saudita
Quando l’anno scorso venne annunciata la sua costruzione, i più storsero il naso, scettici di tanta magnificenza; eppure ad oggi, droni mandati in avanscoperta hanno fotografato il cantiere all’opera.
Il progetto è davvero un’opera di magnificenza e all’avanguardia:
La città sarà costruita come due colossali grattacieli rivestiti di specchi, alti 500 metri, in modo che la città resista alle intemperie più violente.
Avrà una capienza di nove milioni di persone, Senza strade, senza auto e senza emissioni, funzionerà al 100% con energia rinnovabile e il 95% del territorio sarà riservato alla natura.
“A differenza delle città tradizionali, in The Line la salute e il benessere delle persone avranno la priorità su trasporti e infrastrutture”, sottolineano i promotori del progetto.
Un ruolo fondamentale sarà giocato dal fattore natura, ciò vorrà dire spazi aperti come parchi pubblici, e tutto strutturato come se fosse una lunghissima promenade, e in più ci saranno uffici, scuole, centri commerciali e tanto altro.
Il progetto però richiederà, ovviamente, tanti anni, si stima intorno ai 50 anni per vederlo finito; e anche il costo non è certamente da tutti: sarà di 500 miliardi di dollari.
Ed è solo una parte di NEOM, la megalopoli futuristica progettata per essere costruita nel Golfo di Aqaba del Mar Rosso.
L’erede al trono nonché Presidente del consiglio di amministrazione della città intelligente afferma:
”The Line farà luce su modi di vivere alternativi. Non possiamo ignorare le crisi ambientali che affliggono le città del nostro mondo e NEOM è in prima linea nel fornire soluzioni nuove e creative per affrontare questi problemi”
L’altra faccia della medaglia
Tuttavia, non è tutto “ rose e fiori” intorno al progetto, c’è anche un altro lato di cui non si parla molto.
gli esperti non solo hanno confutato la reale sostenibilità e vivibilità di The Line, ma anche la moralità dell’intero piano.
Il 2 novembre 2022 l’organizzazione per i diritti umani ALQST ha riferito che la Corte penale dell’Arabia Saudita ha condannato a morte tre indigeni della tribù Huawaitat,per essersi opposti allo sgombero forzato.
Da quando sono iniziati i lavori le autorità saudite avrebbero arrestato, molestato e perseguitato altri membri della tribù, che da secoli risiede nella zona vicino alla città di Tabuk, per non aver venduto i propri terreni allo Stato.