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31 maggio 1594: muore Tintoretto

Nato a Venezia il 29 aprile del 1518 Jacopo Robusti, in arte Tintoretto, è annoverato tra i più grandi pittori italiani. Fu esponente della scuola veneziana, ultimo rinascimentale e precursore dello stile barocco, che divenne poi lo stile maggiormente diffuso nel `600.

Il soprannome “Tintoretto” l’artista lo eredita dalla professione del padre che era appunto un tintore di stoffe.

Poco si sa sull’ infanzia e sul periodo di apprendistato del giovane Jacopo.

Prendendo in esame gli studi del biografo Carlo Ridolfi, Jacopoavrebbe scoperto la sua vocazione nel laboratorio paterno, utilizzando i colori del padre per dipingere le pareti. Il padre deide quindi, per incoraggiarne la vocazione, di portarlo dal maestro di allora, Tiziano.

Il grande artista però, teme che l’allievo possa, in breve tempo, superarlo e offuscare la sua fama per tale motivo lo caccia dalla sua bottega.

Da semplice apprendista a Maestro: gli esordi de “Il Tintoretto”

Il  passaggio da semplice apprendista a “mestro” è datato 22 maggio 1539, data in cui lo stesso firma in questo modo un documento ufficiale.

Questo fa evincere che fosse in possesso di una propria bottega sita in Venezia, in campo San Cassian.

L’anno successivo,nel 1540,  firmerà una celebre “Sacra Conversazione”, mentre sono i suoi i due soffitti con soggetti mitologici dipinti per la casa veneziana di Pietro Aretino.

Dalle prime opere al successo veneziano

La prima, vera commissione di cui si ha traccia certa, riguardante il Tintoretto arriva da Vettor Pisani, nobile e titolare di una banca, intorno al 1541.

La commissione riguarda il restauro della residenza del nobile Pisani, a San Paterniàn in cui il pittore relizzò sedici tavole incentrate sul tema delle Metamorfosi di Ovidio.

Nel 1547 comincia a lavorare alla celebre opera “La lavanda dei piedi”.

Nel 1548 riceve una letteradall’Aretino che lo ringrazia per il lavoro svolto presso la Scuola Veneziana di San Marco.

Tale elogio arriva in merito a “Il miracolo di San Marco”, commissionatogli anche grazie all’intervento del padre della sua futura sposa, Marco Episcopi, notabile e tra gli alti funzionari di Venezia.

E’ nel 1550 che Jacopo, sposa Faustina Episcopi, da cui avrà 7 figli.

Gli studiosi dell’epoca riportano che ebbe anche una figlia illegittima da una straniera. Marietta, questo il nome della primogenita (la figlia illegittima), fu l’unica ad  ereditare il talento paterno e a seguire  le orme del padre.

Tintoretto prosegue la sua collaborazione con la Scuola di San Marco, fino al 1566.

Nel 1549 porta a termine una delle tele più importanti di questo periodo, “San Rocco risana gli appestati”, per la Chiesa San Rocco di Venezia.

L’ascesa e le nozze

E’ il momento dell’ascesa per l’artista a cui, negli anni a sguire verranno commissionate opere di forte interesse, tra cui  le portelle dell’ organo della chiesa veneziana di Santa Maria del Giglio o Zobenigo e alcuni dipinti eseguiti a Palazzo Ducale. Intorno a questa data poi, il pittore sposa Faustina Episcopi.

Nel 1555, l`artista, ormai soprannominato anche “Il furioso”, per il suo tratto e per l’uso drammatico della prospettiva, dipinge la celebre pala con “L’Assunta” nella Chiesa dei Gesuiti di Venezia, e “Giuseppe e la moglie di Putifarre”, altro celebre lavoro, poi acquistato da Diego Velasquez per Filippo IV.

Nel 1564 il pittore inizia a lavorare per la sala dell’Albergo della Scuola Grande di San Rocco, a Venezia.

Competizione tra artisti: la faida tra Tiziano e Tintoretto

La competizione, per l’ottenimento delle committenze più importanti, è più che agguerrita in questo periodo e  Tiziano fece parte di quegli artisti, in tutti i modi, cercarono di osteggiare la fama del rivale Tintoretto.

Alcune fonti riportano che per sbrogliare la questione la Giunta della Scuola di San Rocco aveva intenzione di indire un concorso vero e proprio, per l’assegnazione del lavoro dell’ovale di San Rocco in gloria.

Nel 1564 però, “il furioso” anziché presentare gli studi dell’opera, come gli altri artisti, presenta direttamente l’opera, con tanto di misure e collocazione ove prestabilito. Con la sua offerta decisamente vantaggiosa, riesce così ad ottenere l’incarico desiderato, nonostante i malcontenti creati tra gli altri pittori.

L’11 marzo del 1564, come si evince dalle fonti ufficiali, con 85 voti a favore e 19 contrari, Tintoretto viene nominato membro della Scuola e incaricato dell’esecuzione di un ciclo di dipinti incentrati sul tema della “Passione”.

La Peste e la devozione per San Rocco

Tante ancora le opere realizzate tra cui i lavori per la Sala Grande Superiore della Scuola di San Rocco.
Sono questi gli anni in cui la peste  si abbatte sulla città lagunare.

Questa piaga porta l’artista a prendere la decisione di lavorare gratuitamente alla tela centrale del soffitto, come sorta di voto a San Rocco, protettore ,per l’appunto, degli appestati.

Nel 1592 pertanto, inizia a lavorare ai capolavori “L’ultima cena” e “Gli ebrei nel deserto rifiutano la manna”.

Stando al suo atto di morte, dopo una febbre di due settimane, il Tintoretto muore il 31 maggio del 1594. Tre giorni dopo, viene sepolto nella chiesa della Madonna dell’Orto, nella cripta della famiglia Episcopi.