29 Settembre. Una data e una canzone. Ogni anno ci ricorda il famoso brano scritto da Mogol con musica di Lucio Battisti nel 1966. Storia di un tradimento consumatosi in un solo giorno, senza conseguenze sul legame sentimentale pregresso (e futuro) del protagonista.
Fu il primo vero successo della celeberrima coppia. Inizialmente ceduto all’Equipe ’84 di Maurizio Vandelli, che pubblicò la propria interpretazione nel 1967.
Ebbe subito un grandissimo successo di critica e di pubblico, rimanendo al primo posto della hit parade per cinque settimane. Merito anche della psichedelia. Oltre che dalla copertina del singolo del gruppo, questa trapelava anche dalle insolite sonorità e dall’arrangiamento, assolutamente innovativi per quei tempi.
Due anni dopo (1969) Battisti aveva ormai rotto il ghiaccio scegliendo di fare anche il cantante oltre che il musicista. Per questo fu reinterpretato dallo stesso Lucio e inserito nell’album “Lucio Battisti”.
E proprio 29 Settembre sarà una ghiotta occasione per i fan del grande artista di celebrarlo con un flashmob che si terrà alle 17 a Piazza Vanvitelli. Sono invitati nel salotto del Vomero tutti quelli che suonano la chitarra per omaggiarlo con le note dei suoi tanti successi. E chi non suona potrà cantare insieme agli altri le sue indimenticabili melodie. Ma ritorniamo ora alla canzone-data.
29 e 30 Settembre. La vicenda
«Seduto in quel caffè /io non pensavo a te
guardavo il mondo che/ girava intorno a me»
L’incipit di 29 Settembre inizia con quattro strofe che sono in realtà quattro versi a doppia rima baciata. Ma poi il testo di Mogol diventa prosa poetica abbandonando la rima, anche per assecondare il crescendo musicale sincopato battistiano.
La vicenda in realtà avviene nel corso di due giornate consecutive. Nella prima il protagonista conosce casualmente una ragazza in un bar
“Poi d’improvviso lei sorrise/e ancora prima di capire/ mi trovai sottobraccio a lei”
Scocca la scintilla e la coppia trascorre la serata insieme, prima al ristorante e poi a ballare, e sempre abbracciati ritornano verso casa. Quale casa ? Per quanto tempo? Hanno dormito insieme o si sono semplicemente salutati ? Qui la narrazione si interrompe lasciando spazio solo alla fantasia e all’interpretazione di chi ascolta.
Il giorno dopo il protagonista tuttavia si sveglia come se nulla fosse accaduto (mi son svegliato e / e sto pensando a te). E subito si precipita a telefonare alla sua amata (il sole ha cancellato tutto/ di colpo volo giù dal letto/ e corro lì al telefono/ parlo e rido e tu / tu non sai perchè)
Una canzone avanti nei tempi
29 Settembre. Una data e una canzone. Si tratta di una vicenda che si svolge nell’arco di due giorni, fatto singolare per la musica italiana. Che viene narrata con poche ma incisive strofe. Non tutti se ne accorgono, ma la storia che si svolge in realtà tutta il 30 Settembre, è rievocata come un deja vù al risveglio del mattino successivo.
Lo dimostrano i verbi all’imperfetto o al passato remoto della prima parte. Al contrario del giorno successivo (il 30 appunto) quando viene usato il presente o il passato prossimo.
Il dubbio finale
La narrazione è volutamente vaga. E ci si chiede alla fine : ma il tradimento (extraconiugale oppure no) è avvenuto davvero ? Fu completo o parziale ? Oppure solo un sogno rievocato al risveglio?
Su una cosa però non c’è alcun dubbio. A distanza di quasi sessant’anni questa canzone , sia nella versione dell’Equipe ’84 sia in quella di Lucio Battisti, rimane un capolavoro senza tempo.
Ascoltate in particolare il finale della versione di Battisti in cui Lucio, mentre canta, parla e ride come fosse realmente al telefono. E pensare che all’epoca nessuno avrebbe scommesso sulle sue doti di cantante ma soprattutto di interprete.Nessuno, forse neanche lo stesso Lucio. Tranne Mogol.