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29 ottobre 1945: dal calamaio alle penne a sfera

Le penne a sfera sono una delle creazioni più apprezzate ed utilizzate nella società moderna. Ma quando nacquero le cosiddette biro?

Il 29 ottobre del 1945 venne messa in vendita a New York, la prima penna a sfera. Grazie alla nuova arrivata, chiamata “biro”, si disse finalmente addio allo scomodo calamaio, con un prodotto più resistente, facile da usare e con una maggiore uniformità del tratto. 

Oggigiorno le penne a disposizione sono tantissime, colorate, leggere, di varie dimensioni, insomma, alla portata di tutti e ad un costo relativamente accessibile.

Ricordiamo però che la prima penna a sfera fu venduta al prezzo di $ 12,50 al pezzo, un costo relativamente alto per l’epoca.

Sembrerebbe che il primo ad aver definito una penna a sfera – biro, fu lo scrittore e poeta Italo Calvino, fortemente attratto dalla nuova invenzione, che però non convinceva tutti. Infatti, le prime penne a sfera arrivarono in Italia dopo il Secondo conflitto mondiale, ma inizialmente furono osteggiate, soprattutto a scuola, poiché si riteneva che determinassero un peggioramento della grafia.

Dagli anni Sessanta, tutto cambiò e la biro cominciò ad essere fortemente voluta anche nei vari uffici, per un impiego professionale.

Penne a sfera: storia e curiosità

Storicamente si crede che la prima penna a sfera fu pensata addirittura da Leonardo da Vinci, che in realtà ebbe un’idea, correlata a diversi progetti, mai realizzati. Ovviamente si trattava di un prototipo della cosiddetta biro, che oggi tutti conosciamo.

In realtà, la prima biro, nacque grazie ad una intuizione del giornalista ungherese László József Bíró nel 1938. Egli osservò una pallina che, fuoriuscendo da una pozzanghera lasciava una scia a terra, e pensò che tale meccanismo potesse essere attuato anche con l’inchiostro. 

Dopo aver pensato a diverse soluzioni, numerosi modelli, tutti diversi, in base alle esigenze del mercato, Birò, nel 1943 brevettò la prima penna a sfera. L’invenzione di Jòzsef Birò ebbe bisogno di tempo e di perfezionamenti vari prima di essere messa in commercio, il 29 ottobre del 1945 in un grande magazzino di New York.

Una curiosità storica, non condivisa da tutti, racconta che in realtà, l’inventore, giornalista e definito da alcuni anche “artista”, odiasse sporcarsi le pani, un fattore da non sottovalutare e certamente non facile con inchiostro, pennelli e calamaio.

Proprio questo aspetto apparentemente insignificante, in realtà è in sé molto interessante, perché sembrerebbe che anche grazie a ciò, Birò, s’ingegnò per creare quella che poi chiamò penna a sfera.

Modelli, diffusione ed utilizzo della biro

La punta delle penne a sfera è realizzata solitamente in ottone, in alpacca o in acciaio inossidabile; essa al suo interno contiene una cavità nella quale è racchiuso l’inchiostro viscoso che viene distribuito sulla carta grazie al rotolamento di una piccola sfera metallica (del diametro compreso tra 0.38 e 1.6 millimetri) posta all’estremità della punta.

Nel corso del tempo le penne a sfera hanno subito molti cambiamenti volti a rendere sempre più efficiente il risultato finale, e quindi sia l’estetica vera e propria, che il tratto. Inoltre, grazie sviluppo di nuovi inchiostri, alcuni produttori hanno presentato misure di sfera maggiorate fino a 1,6 mm (limite massimo reperibile in commercio). 

Ricordiamo che sfere di maggiore diametro non possono essere utilizzate, principalmente per due motivi: sia per il rischio di fuoriuscita accidentale di inchiostro dalla punta, sia per l’enorme difficoltà che avrebbe a scrivere subito dopo esser stata appoggiata su un foglio.

Indipendentemente dai fattori estetici e relativi alla scrittura, bisogna sottolineare che 75 anni fa nasceva la penna a sfera, considerata oggi, uno dei simboli della società moderna.