Karel Christian Appel nasce ad Amsterdam, il 25 aprile del 1921, dove si è svolta gran parte della sua formazione culturale ed artistica.
Dal 1940 al 1943 studia alla Rijksakademie di Amsterdam ed alla Royal Academy of Fine Arts, proferendo interesse in un primo momento verso la pittura francese moderna, ma successivamente si muoverà alla ricerca di inedite modalità espressive.
Alla sua prima mostra personale organizzata in Olanda, al Berrenhuis Het di Groningen, si distinguerà e meraviglierà il mondo dell’arte: infatti, pur essendo un giovane uomo di soli 24 anni, Appel aveva già uno stile molto caratteristico.
Invero, le opere di Appel dapprima apparivano astratte, ma, a seguito di una dettagliata analisi e guardandole a distanza ravvicinata, era possibile scorgere accenni di figure umane e di animali. Taluni interpretavano la sua attività artistica come nuance di spiritualità, altri piuttosto individuavano l’espressione concettuale di paura.
In questo periodo verrà influenzato prevalentemente da Pablo Picasso ed Henri Matisse, oltre che da Jean Dubuffet, colui che viene considerato il fondatore del movimento artistico dell’Art Brut.
Faceva parte del Nederlandse Experimentele Groep, e nel 1948 fu tra i fondatori del gruppo Co.Br.A (un acronimo per Copenaghen, Bruxelles e Amsterdam: le città di origine dei soci), insieme a Constant, Corneille, Asger Jorn e Pierre Alechinsky.
Nel 1949 realizzò una pittura murale per il ristorante del Municipio di Amsterdam, il quale suscitò un’indignazione tale che si ritenne necessario occultarlo per circa un decennio.
Nel 1950, a Parigi, lo scrittore Ugo Claus gli presentò il noto critico d’arte Michel Tapié, il quale lo sostenne attivamente ad organizzare svariate mostre. La sua pittura crea un espressionismo spontaneo con caratteristiche astratte, delineando un mutamento radicale nell’arte geometrica europea dell’epoca.
Nel 1953 tenne una mostra personale al Palais de Beaux-Arts di Bruxelles; nel 1954 ha ricevutoil premio dell’UNESCO alla Biennale di Venezia, e nel 1956 gli fu commissionato un murales per il ristorante dello Stedelijk Museum. Nel 1957 visitò Messico e Stati Uniti e si aggiudicò il premio di grafica alla Biennale di Lubiana. Nel 1959 gli fu assegnato il Premio internazionale per la pittura alla Biennale di San Paolo.
Appel Karel, assorbito completamente dalla sua produzione artistica, affrontò svariati temi e si cimentò in molteplici tecniche, nel 1949 ha realizzato un affresco presso il Comune di Amsterdam Halin.
Appel Karel amava occuparsi di varie cose oltre al lavoro: acquistò il Castello di Molesmes, lo ristrutturò – trasformandolo in un Atelier per Pittori – dopo di che decise di rivenderlo.
Ha viaggiato, tra Parigi e New York, trasmutando il soggetto delle sue opere e dipingendo una serie di nudi femminili che molti critici paragonano alle forme biomorfe del pittore-scultore Willem de Kooning.
Seguentemente, ammaliato dalla musica Jazz, ritrasse i grandi jazzista Dizzy Gillespie, Miles Davis, Count Basie e Sarah Vaughan.
Negli anni Sessanta dopo aver conseguito una miriade di riconoscimenti alla carriera, espose presso grandi musei europei ed americani, acclamandosi sempre più nel’arte e tra il pubblico, tant’è che su di lui venne girato il film “La réalité de Karel Appel” diretto da Jan Frijman con musiche di Dizzy Gillespie.
Karel Appel morì a Zurigo il 3 maggio 2006, a causa di disturbi cardiaci. Lasciò centinaia di quadri da decifrare, che si risolvevano in tubetti di colore spremuti direttamente sulla tela.
Correnti artistiche
Il gruppo COBRA nacque negli anni Quaranta, a Parigi, in antitesi alla cultura informale dominante (alla quale comunque viene associato).
Venne fondato da un aggregato di intellettuali nordeuropei, il gruppo esordì nel 1948 con un proprio manifesto elaborato dal belga Christian Dotremont. Mentre i relatori dibattevano e si dilungavano sull’Astrazione geometrica e sul Realismo socialista, i “COBRA” annoiati della banalità del dibattito, abbandonarono il convegno, e si radunarono in un caffè sul Quai St.Michel.
Il gruppo si ispirava a Van Gogh, in quanto la pittura praticata dai suoi componenti era un figurativo gestuale, con pennellate di getto e colori violenti – che conferivano forza e vitalità ai dipinti – e con riferimenti alla cultura, ai miti ancestrali e alle leggende dei paesi di rimando, mirando a promuovere la libera espressione dell’inconscio.
Si trattava di opere cariche di pathos e di spontaneità.
I COBRA spressero un’aspirazione internazionale provocatoria, che celebrava il nomadismo come scelta di vita di cui rivendicarne il piacere edonistico dell’intenzionalità creativa, riferibile ad un Neoespressionismo materico estremo.
Raggiunse circa 50 membri in tre anni e si sciolse nel 1951 a causa delle tensioni interne di matrice politica, dopo l’ultima esposizione a Liegi: i disparati gruppi formatisi al suo interno vennero assorbiti in altri movimenti, convergendo prevalentemente nell’Internazionale Situazionista, cristallizzato in forme sociali anarchiche.