Il 22 dicembre si “celebra” una giornata mondiale alquanto bizzarra, quella dell’orgasmo.
L’intento di questa manifestazione e il suo svolgimento restano alquanto dubbi, ma a ben vedere può rappresentare un giorno in più sulle disparità che ci sono tra i vari popoli.
La giornata mondiale dell’orgasmo nasce nel 2006, dall’idea di Paul Reffell and Donna Sheehan, due attivisti americani che trovarono il loro personalissimo modo di protestare contro la guerra in Afghanistan.
Lo scopo, sicuramente nobile, era quello di distendere le tensioni politiche mediante uno orgasmo collettivo. Sui siti dell’iniziativa si dava appuntamento alla mezzanotte tra il 21 e il 22 dicembre. Sulla fattibilità e sulla “tracciabilità” dell’evento non è ancora oggi chiaro come si proceda però l’iniziativa va avanti appunto dal 2006.
I due attivisti per dare maggior risalto e scientificità all’evento rilasciarono anche alcune utili informazioni ad esempio che nel mondo si verificano oltre 100 milioni di orgasmi all’ora,pertanto la giornata mondiale dell’orgasmo nasce con l’intento di dedicare questo momento di piacere a qualche nobile causa.
Al di là della natura sicuramente ridanciana dell’evento si può sicuramente utilizzare questa giornata per alcune importanti considerazioni.
Se, infatti, per gli stati occidentali il piacere sessuale rappresenta qualcosa di assolutamente sdoganato a cui dedicare persino una giornata mondiale, in alcune parti del mondo è considerato ancora un tabù e in alcuni casi qualcosa di inaccessibile.
Si tratta di pratiche diffuse in circa 30 paesi dell’Africa e del Medio Oriente, ma anche in alcuni paesi dell’Asia e dell’America Latina e tra comunità provenienti da queste regioni, in cui, principalmente per ragioni religiose, il piacere sessuale viene visto come qualcosa di sporco, peccaminoso e solo per uomini.
In ancora troppi paesi le donne vengono sottoposte a gravissime mutilazioni che gli impediscono di provare piacere, e questo rappresenta la parte più leggera delle conseguenze.
Alla luce degli obiettivi di parità previsti dall’agenda 20/31 anche questa giornata mondiale acquista un valore più profondo ponendo l’accento su quanto resta da fare per garantire a tutti gli stessi diritti, incluso quello di provare piacere.