20 Novembre 1978. Moriva De Chirico. Falsario di sé stesso?
Si spegneva nella sua casa di Roma, a Piazza di Spagna, uno degli artisti più famosi di tutto il Novecento. Il Maestro inventore della Metafisica.
Lui che da giovane iniziò a pensare come l`artista debba “creare sensazioni sconosciute in passato; spogliare l’arte dal comune e dall`accettato… sopprimere completamente l`uomo quale guida o come mezzo per esprimere dei simboli, delle sensazioni, dei pensieri, liberare la pittura una volta per tutte dall`antropomorfismo..“
Il periodo metafisico francese
Dal 1911 al 1915 Giorgio De Chirico visse a Parigi e proprio in questo periodo iniziano a comparire nei suoi dipinti alcuni temi divenuti poi famosi nella storia dell’arte :le piazze d’Italia, i manichini, i treni, le rovine architettoniche.
Nella capitale francese, dove aveva raggiunto il fratello Alberto Savinio, fu particolarmente apprezzato dal poeta Guillaume Apollinaire. Questi organizzò nell`atelier dell`artista una mostra di trenta opere e recensì De Chirico su “L` intransigeant” utilizzando per la prima volta il termine metafisico.
Il periodo metafisico italiano
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, De Chirico, rientrato in Italia per arruolarsi nell’esercito, venne ricoverato per disturbi nervosi all`Ospedale Psichiatrico di Ferrara. Qui resterà fino alla fine del conflitto (1918) .Risalgono a questo periodo opere celeberrime quali “Ettore e Andromaca” e “Le Muse inquietanti”
Il De Chirico di questi due periodi è stato oggetto di vari studi ma a tutt’oggi non sono disponibili dati certi per una definizione più precisa della fenomenologia psicopatologica e le possibili diagnosi secondo i sistemi nosografici psichiatrici.
Tuttavia utilizzando fonti autobiografiche e biografiche, è stata proposta per De Chirico la diagnosi psichiatrica di disturbo della personalità (narcisistica e paranoidea) disturbo dell’adattamento e disturbo di somatizzazione, manifestatisi nei due trienni 1909-1912 e 1915-1918.
Guarda caso proprio nei periodi dei suoi quadri più originali. Lui, che si autodefinì “pictor optimus” e che senza peli sulla lingua lanciava strali impietosi su molti colleghi. Stroncature su artisti del calibro di Manet (“il primo cattivo gran pittore”) Gauguin (“la sua pittura è zero”) Cezanne (“il primo incapace”) Chagall (“pittore da osteria di campagna”) e Dalì (“sgradevole e oleografico”).
Il periodo neobarocco e quello neometafisico
Col passare degli anni, anzi dei decenni, De Chirico continuò ad alternare opere di atmosfera metafisica con altre di impianto tradizionale ( nature morte, paesaggi, ritratti ed interni) che hanno solo in alcuni casi echi vagamente metafisici .
Ma pur percorrendo ormai una linea spiccatamente accademica (neobarocca) ritornò periodicamente ai suoi temi metafisici . In particolare il periodo neometafisico è compreso tra il 1965 e il 1978 .Ma non sempre le date sono veritiere.
De Chirico, da grande falsificato ad autofalsificante?
Tra i grandi autori del ‘900 più frequentemente falsificati Giorgio De Chirico rappresenta uno dei casi più eclatanti. Tra i falsari più noti il pittore surrealista spagnolo Oscar Dominguez , morto suicida e amico di Picasso, autore di almeno trentacinque falsi che circolarono in Francia nel primo dopoguerra.
E poi Renato Peretti tra il 1954 e il 1976. Ma ciò è dovuto anche alla dubbia datazione di un certo numero di dipinti metafisici, oltre ai pareri contrastanti sulla loro autenticità.
Quando De Chirico denunciava, a partire dal dopoguerra, che un dipinto a lui attribuito era falso aveva quasi sempre ragione. Ma incredibilmente a volte sbagliava. Proprio lui. Contribuendo così a ingenerare dubbi (talora mai del tutto risolti) che hanno disorientato negli anni il florido commercio della sua eccezionale arte.
Già sul finire degli anni Trenta gli esperti iniziarono a sospettare, di fronte alla non perfetta corrispondenza tra la data e lo stile, che le date di molti quadri metafisici non fossero vere.
L’ipotesi è che De Chirico, temendo che prima o poi qualcuno si accorgesse della retrodatazione, esitasse o si contraddicesse nel riconoscimento di opere in realtà autentiche. Altra ipotesi è che le esitazioni e perfino gli errori nelle autenticazioni fossero dovuti ad una memoria in calo fisiologico che non gli consentiva di essere sempre lucido nell’analisi dei dipinti.
Autentici, quasi autentici, falsi e quasi falsi ?
Secondo la prima moglie dell’artista , Raissa Gourevich, le opere di De Chirico si dividerebbero in quattro categorie.
AUTENTICI (i quadri dipinti dal maestro e con data vera) FALSI (opera di falsari) QUASI AUTENTICI( dipinti dal Maestro ma con una data falsa: ad esempio, dipinti negli Anni Cinquanta ma datati Anni Dieci). QUASI FALSI (opera di copisti o seguaci ma con la firma del maestro autenticata da un notaio su sua richiesta).
Notizie e ipotesi varie su questo tormentone della storia dell’arte furono riportate dai giornali tra il 2009 e il 2013. Ma il problema resta ancora oggi, come riconosce la stessa Fondazione Giorgio e Isa De Chirico.
Da sempre impegnata a tutelare la memoria di De Chirico e gli interessi di eredi e collezionisti, ritiene anche attraverso manoscritti dell’artista, che le insinuazioni sulla sua memoria labile e sulle presunte retrodatazioni furono (e sono ancora oggi) sostenute da una parte della critica ostile al Maestro.
Questi i motivi per cui alcuni sono giunti a definire De Chirico “falsario di sé stesso”. Per altri invece si può al massimo parlare di “imitatore di sè stesso”. Certo la questione è complessa, una matassa forse inestricabile che pone importanti problemi, oltre che per l’autentica, anche per la datazione e la quotazione delle opere ascrivibili al periodo 1909-1943.
Le stesse affermazioni della prima moglie di De Chirico sono da prendere con cautela. Posò ripetutamente per De Chirico nel periodo in cui il pittore si ispirava al mito dell’antica Grecia, che la giovane moglie studiava da appassionata archeologa. Ma dato che il matrimonio finì nel 1930, quando Raissa fu lasciata da De Chirico per un’altra donna, non si può escludere che le sue affermazioni fossero dettate, almeno in parte, da uno spirito di vendetta.
Il mercato dell’arte di De Chirico
Il periodo metafisico di Giorgio De Chirico è sempre stato il più apprezzato dai critici e dal pubblico e il più ricercato dai mercanti d’arte. Già negli anni Trenta i capolavori degli anni Dieci e Venti erano quasi introvabili sul mercato internazionale e avevano raggiunto quotazioni stratosferiche. Nemmeno paragonabili alle opere del periodo neobarocco.
De Chirico era molto infastidito da tutto ciò. Sia perché non gli era rimasta nessuna opera metafisica (tutte vendute e anche a cifre relativamente modeste). Sia perché il periodo successivo (durato quasi cinquant’anni) era sottovalutato dalla critica e sottostimato dal mercato. Questo spiegherebbe le opere neometafisiche retrodatate.
20 Novembre 1978. Moriva De Chirico. Falsario di sé stesso? Tutti gli uomini hanno le loro debolezze. Compresi gli artisti. Ma le sue, anche se fossero definitivamente confermate, resterebbero in un piccolo angolo buio all’interno del suo spettacolare atelier ricco di capolavori. Dove una fiaccola perenne illumina per sempre la sua arte immortale.