Il 2 novembre 1938, con il nome di Primo arbitrato di Vienna (o Primo Diktat di Vienna) è noto il lodo arbitrale con cui l’Italia fascista e la Germania nazista obbligarono la Cecoslovacchia a cedere vaste porzioni della Slovacchia meridionale e della Rutenia all’Ungheria.
La delegazione ungherese giunta al tavolo delle trattative era guidata dal ministro degli Esteri Kalman Kánya, che era accompagnato dal ministro dell’Educazione Pal Teleki. Mentre i cecoslovacchi erano rappresentati nel consesso del diktat dal ministro degli Esteri František Chvalkovský.
Altri componenti della spedizione cecoslovacca erano i delegati della Rutenia subcarpatica e della Slovacchia, rispettivamente monsignor Jozef Tiso e il ministro della Giustizia, Ferdinand Ďurčanský.
La zona ceduta comprendeva le città di Senec, Galanta, Vráble, Levice, Lučenec, Rimavská Sobota, Jelšava, Rožnava, Košice, Michaľany, Veľké Kapušany, Užhorod, Mukačevo, e si estendeva fino al confine con la Romania. In questo modo la Cecoslovacchia manteneva le città slovacche di Bratislava e di Nitra, mentre l’Ungheria si appropriava delle tre città contese in Rutenia, così come di altre quattro nella Slovacchia meridionale.
Il territorio ceduto copriva, complessivamente, la superficie di 11.927 chilometri quadrati e annoverava la popolazione composta da 1.060.000 abitanti. Le ripercussioni economiche, sociali e politiche erano senza precedenti.
Per rendere l’idea della portata, per effetto dell’accordo imposto la Slovacchia perdeva il 21 per cento del suo territorio, il 20 per cento delle industrie, il 30 per cento delle terre arabili, il 27 per cento delle centrali energetiche, il 50 per cento delle vigne, il 28 per cento delle miniere di ferro, oltre ad essere privata di 930 chilometri di strade ferrate.
Ma la Slovacchia orientale veniva moncata anche della città principale, Košice, di fondamentali snodi ferroviari, come avveniva anche nella Rutenia subcarpatica, che veniva depredata anche di tutte le terre arabili.
Al primo accordo di Vienna farà seguito il secondo accordo di Vienna – che verrà ricordato così in quanto stipulato sempre nella capitale austriaca e in raccordo con quello del 2 novembre 1938 – del 30 agosto 1940, che sancirà il parere imperativo col quale Benito Mussolini e Adolf Hitler, di fatto, in rappresentanza delle loro nazioni, imporranno al regno di Romania la cessione all’Ungheria della Transilvania del nord.