L’8 maggio 1933 Gandhi inizia lo sciopero della fame per protestare contro l’imperialismo britannico.
A pochi giorni dall’incoronazione di Carlo III ripercorriamo le tappe di una protesta non violenta perpetuata contro l’Inghilterra.
Appunto sabato abbiamo visto sfilare, in una cerimonia molto anacronistica, tradizionale e tradizionalista, i rappresentanti del Commonwealth pronti a giurare fedeltà al nuovo re.
Tuttavia anche se la parata sembra mostrare un impero solido e inattaccabile non sono mancati i gesti anti polemiche da parte dei nuovi sovrani d’Inghilterra.
A partire dalla scelta della regina Camilla di modificare la sua corona andando a sostituire il diamante esistente con una pietra diversa.
Il diamante originale sarebbe, infatti, oggetto di contesa con l’India che lo vorrebbe indietro in quanto, a loro dire, preso senza consenso dai sovrani.
Ed è proprio dall’India che inizia la storia dell’uomo silenzioso e coraggioso che provó con la non violenza a scardinare le ingiustizie perpetuate dal suo popolo dal governo britannico.
Sull’argomento dichiarò che : «il governo dell’India britannica, fondato sulla legge, opera per realizzare lo sfruttamento delle masse. […] Non ho alcun dubbio che l’Inghilterra dovrà rispondere, se c’è un Dio lassù, di questo crimine contro l’umanità».
La scelta di vita di Gandhi è ben lontana dalla politica e pure raggiunge un significato politico puro. Dove il termine stesso torna all’essenza del termine greco da cui ha origine: popolo.
Egli infatti credeva fortemente nel potere della pace e nella costruzione di un’indipendenza basata su valori cari a Dio e non all’uomo.
Tuttavia la scelta di una strada non violenta pur portandolo ad essere annoverato tra le persone più importanti del ‘900 gli procurò non pochi problemi.
La sua morte violenta, poi, lo condusse nell’ olimpo dei martiri.
Quello che Gandhi inizia l’8 maggio 1933 non fu l’unico sciopero della fame che fece nella sua vita, durante i molti arresti e anni di prigionia decise spessi di usare questo strumento di protesta.
Insegnò al mondo e non solo al suo popolo il potere di un gesto gentile, ma purtroppo l’uomo dimentica e spesso ricade negli stessi errori.