“Permette? Alberto Sordi”, un film come doveroso omaggio al grandissimo attore romano per il centenario della sua nascita.
Senza dubbio se si dovesse stilare una classifica degli attori più brillanti del nostro paese, tra i primi posti ci sarebbe il mitico Alberto Sordi. Bene ha fatto il regista, Luca Manfredi, a rendergli omaggio con un film, uscito quest’anno, dal titolo: “Permette? Alberto Sordi”. Il protagonista è interpretato da un bravo Edoardo Pesce.
Una carriera che ha rischiato di essere stroncata sul nascere
Il film racconta i tanti aneddoti della vita del grande Albertone nazionale, nel ventennio che va dal 1937 al 1957. Il primo episodio che viene narrato è al limite dell’assurdo e avrebbe potuto costituire davvero la fine delle legittime aspirazioni di Alberto Sordi di diventare un attore professionista. L’episodio avvenne quando l’aspirante artista si recò a Milano per sostenere l’esame di ammissione ad una delle scuole di recitazione più prestigiose d’Italia, l’Accademia di Recitazione dei Filodrammatici del capoluogo lombardo. Incredibile a credersi, però, al provino fu respinto. La sua mancata ammissione venne motivata da un’acidissima insegnante di dizione dell’Accademia, Emilia Varini, dal fatto che Sordi avesse una spiccata cadenza romana.
Il destino, invece, ha voluto che l’attore, in seguito, conoscesse il successo proprio grazie a questa sua caratteristica. Fortunatamente, infatti, l’indomito Alberto non seguì il consiglio di “cambiare mestiere”. Tornato a Roma, riesce a farsi dare il ruolo di doppiatore nei film dell’attore comico statunitense Oliver Hardy. Questo, però, senza mai tralasciare la sua grande passione: la recitazione.
Maccarone m’hai provocato e io ti distruggo adesso, io me te magno: Alberto Sordi e il suo pubblico
Non dovette passare troppo tempo prima che il nostro Albertone fosse notato da un brillante e giovane regista italiano. Una persona il cui nome presto sarebbe diventata una vera e propria bandiera del cinema nostrano nel mondo intero: Federico Fellini. Con lui fece una serie di film tra cui “Lo sceicco bianco” e “I vitelloni”.
Il successo fu poi consolidato con due film diretti da Steno tra il 1953 ed il 1954, “Un giorno in pretura” e soprattutto “Un americano a Roma”. Quest’ultimo una vera pietra miliare del cinema comico italiano, con l’esilarante interpretazione del personaggio, maldestro ma simpaticissimo, di Ferdinando Moriconi, detto Nando. Questo è un giovane, mezzo abbonato, della periferia romana, esaltato nel voler condurre uno stile di vita del tutto simile a quello che crede svolgano i suoi idoli d’oltreoceano. Le situazioni grottesche si susseguono ad un ritmo incalzante di risate, il personaggio sembra fatto su misura per l’attore romano e crea un legame che non si spezzerà più tra Alberto Soldi ed il suo pubblico.
Famosissima la scena del film in cui pronuncia la frase, detta in romanesco stretto e con un’improbabile ma simpaticissima “cadenza americana”: “Maccarone m’hai provocato e io ti distruggo adesso, io me te magno!”.
A questi fecero seguito tutta una serie di successi intramontabili come “Lo scapolo d’oro”, diretto da Antonio Pietrangeli e “Il conte Max” con un grandioso Vittorio De Sica, per la regia di Giorgio Bianchi.
Nel film non manca la narrazione dei suoi amori giovanili, tra cui quello con la doppiatrice e attrice Andreina Pagnani e le sue amicizie con Aldo Fabrizi ed appunto lo stesso Vittorio De Sica.
Oggi, ripercorrendo le vicende descritte in questa gradevole opera cinematografica, trasmessa non solo al cinema ma anche in prima serata su Rai Uno, non può non rinvigorirsi il desiderio di ritornare presto al precedente status quo pre-pandemia. Una vita fatta di uscite e soprattutto di tanto teatro e cinema. Insomma quella sana mondanità che ha sempre caratterizzato l’esistenza di Alberto Sordi, un vero buongustaio della vita.