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1918-2018: Centenario della fine della Grande Guerra

Ricorre oggi, quindi, 4 novembre 2018, il Centenario della fine, per l’Italia, della Prima Guerra Mondiale.

Il 31 ottobre 1918 i generali austroungarici e quelli italiani si incontrarono a Villa Giusti per discutere le condizioni di pace. L’Italia, risultando già vincitrice della guerra e in accordo con gli altri alleati, pretese dall’Impero asburgico un armistizio ispirato al Patto di Londra de 1915.

L’armistizio fu firmato a Villa Giusti il giorno 3 novembre e fissava, a 24 dalla firma, la cessazione di tutte le ostilità.  Con un’offensiva iniziata il 24 ottobre 1918, alle ore 15 del 4 novembre 1918 è entrato in vigore l’accordo, mettendo così ufficialmente fine a quasi tre anni e mezzo di conflitto.

I generali austriaci avevano già ordinato di cessare i combattimenti nella notte del 3 novembre; gli italiani approfittarono così dell’intervallo di tempo per avanzare, facendo il massimo numero di prigionieri ed impadronendosi di materiali nemici.

L’armistizio sanciva inoltre: la smobilitazione dell’esercito austroungarico, che doveva essere risotto entro i limiti di 20 divisioni; la consegna di artiglieria , del materiale ferroviario e del carbone ce si trovava nelle regioni da evacuare; il diritto dell’esercito di occupare tutte le terre austro-ungariche sul litorale adriatico; l’immediata liberazione dei prigionieri; la completa evacuazione delle truppe tedesche entro quindici giorni.

Con la vittoria del 1918 vennero inoltre ridate all’Italia quelle città e regioni che da le erano state sottratte: L’Alto Adige tornò a far parte dei confini italiani, costituendo una nuova regione a maggioranza di madrelingua tedesca; anche il Trentino si trovò ad essere parte del Regno d’Italia; e infine la Venezia Giulia, con maggioranza di popolazione di origine slovena.

i-ragazzi-del-99

Da ricordare, del periodo della Grande Guerra, i “Ragazzi del ‘99”. Si tratta di ragazzi nati nel 1899, reclutati ancora minorenni (a soli sedici anni) durante la Prima Guerra Mondiale. Circa 80.000 ragazzi furono chiamati nei primi mesi del 1917, e frettolosamente istruiti perché partissero per la guerra. Il loro apporto fu fondamentale in un momento di crisi per l’esercito italiano. Rinsaldarono le file sul Piave, del Grappa e del Montello, permettendo al Regno la controffensiva del 1918 appunto, che con la battaglia di Vittorio Veneto, portò alla firma dell’armistizio di Villa Giusti.