Adolfo Omodeo, nato il 18 agosto 1889 a Palermo nel quartiere di Ballarò e morto a Napoli nel 1946, è uno storico e politico italiano.
Adolfo Omodeo e l’idealismo Gentiliano: i rapporti con il fascismo
Seguace inizialmente dell’idealismo di Gentile, Omodeo definì il fascismo un movimento caotico al quale aveva creduto di poter imporre una forma.
Quell’idealismo segnato dal tempo, gli ha poi rivelato quanto il movimento fascista avesse un principio animatore incontrollabile. In una lettera del 19 dicembre del 1924 ammetterà il proprio errore: “esso ⌈il fascismo⌉ aveva entro un principio animatore che ora diverge profondamente da noi. Abbiamo errato proprio perché volevamo imporre una forma dal di fuori“.
L’interesse per la storia religiosa sotto la guida di Giovanni Gentile
Adolfo Omodeo ebbe un’infanzia piuttosto tranquilla. Visse in molte città diverse e, una volta tornato in Sicilia, insegnanti come Eugenio Donadoni e Antonio Graziadei ebbero grande influenza su di lui. Questi incontri stimolarono il suo interesse per le questioni religiose.
Si immatricolò nel 1908 alla Normale di Pisa ma l’abbandonò poco tempo dopo scrivendo una lettera di protesta contro il tradizionalismo erudito e bibliografico. Il clima anticlericale della Normale non gli era intollerabile, ma il positivismo imperante gli risultò soffocante.
Tornato a Palermo nel 1909, frequentò la facoltà di lettere e fu fortemente influenzato da Giovanni Gentile, Gaetano Columba e Cosmo Guastella. Sotto la loro guida, approfondì sempre di più la storia della libertà, la storia religiosa ed altre letture di stampo filosofico. Si laureò scrivendo una tesi sulle origini del cristianesimo il cui relatore fu Giovanni Gentile.
Da una delle lettere ad Eva Zona, collega universitaria e futura moglie di Adolfo Omodeo, si può trarre quanto Gentile e il suo storicismo avessero segnato la vita intellettuale giovanile dello storico: “vedo chiaramente la mia vita. Devo prima fortemente affermarmi nel mondo del pensiero e, dopo aver preso dominio del passato, affrontare il presente con tutti i suoi problemi“.
Continua più avanti: “La storia mi condurrà dinnanzi ai problemi politici dei nostri giorni“.
Il cambio di rotta: la stretta collaborazione con Benedetto Croce
Nei confronti della Prima Guerra Mondiale assumerà una posizione interventista e partirà per il fronte. Nel 1923, tramite decreto regio di Vittorio Emanuele III, otterrà la cattedra di Storia del Cristianesimo all’Università di Napoli.
Dopo il delitto Matteotti, però, i rapporti con Giovanni Gentile diventeranno sempre più tesi per divergenze ideologiche. La rottura arriverà definitivamente intorno al 1929. In seguito, Omodeo si legherà profondamente a Benedetto Croce, negli anni della dittatura fascista, e diventerà il suo più stretto collaboratore.
Dedicò la maggior parte dei suoi studi alle origini del cristianesimo confrontandosi con le posizioni teologiche dell’epoca, soprattutto negli studi dedicati a Gesù Cristo. L’intellettuale, nato il 18 agosto, muore a Napoli, città in cui trascorrerà la maggior parte della sua vita.