Il 13 aprile del 2000 moriva un intellettuale di notevole spessore, ancora oggi amato e ricordato con affetto: Giorgio Bassani.
Il noto scrittore nacque a Bologna nel 1916 da una famiglia di origine ebraica. Sin da piccolo mostró un forte interesse per la musica, passione abbandonata successivamente per amore della letteratura.
Nel 1939 si laureó presso l’Università di Bologna, nonostante le leggi razziali. Dopo un lungo periodo di malattia, segnato da tanti contrasti all’interno della sua famiglia, Giorgio Bassani si spense a Roma il 13 aprile del 2000, all’età di 84 anni. Sceneggiatore di Luchino Visconti e Luis Trenker, Bassani raggiunse l’apice della fama nel 1962 con Il giardino dei Finzi-Contini. Ispirata alla storia vera di Silvio Magrini.
Giorgio Bassani, i primi anni di vita dello scrittore scrittore
Un romanzo che attraverso la modalità del flashback, segue le vicende personali di una famiglia italiana di origine ebraica, in un’epoca storica difficile, in piena epoca fascista. All’interno dell’opera grazie ad una memoria precisa e accorata (spesso guidata dal “cuore”) è possibile rivivere le atmosfere e i sentimenti di anni altrimenti destinati ad essere dimenticati.
Ricordiamo che sono tante le opere scritte da Bassani, morto a Roma nel 2000, ma ovviamente elencarle tutte sarebbe impossibile. A Giorgio Bassani va il merito di aver scoperto e valorizzato un’opera famosissima: Il Gattopardo, che riuscì a far pubblicare postuma.
Bassani rappresenta una figura fondamentale del panorama letterario italiano; autore acuto e completo, raffinato e sempre attento ai temi sociali oltre che storici.
Il celebre intellettuale italiano, avocherà a sè il compito della testimonianza, non facile in un periodo storico nel quale ogni libertà di espressione era vietata. Bassani comprese il
forte valore del ricordo, soprattutto poiché dimenticare avrebbe potuto portare alla ripetizione. I romanzi in questo modo diventano strumento per far sì che nulla venga lasciato a se stesso, affinché niente sia dimenticato. Per Bassani, la costruzione di un vero e proprio mondo poetico non può escludere il lavoro dello scrittore che riporta la verità, sviluppando quell’attitudine a consolidare relazioni culturali e un intenso confronto.