Domenica 11 novembre, nel lasso temporale compreso tra le 8 e le 20, il popolo romano è chiamato alle urne per decidere le sorti dell’azienda di trasporto pubblico, l’Atac.
Occorrerà presentarsi agli stessi seggi utilizzati per le amministrative e per le politiche, muniti di un documento d’identità e tessera elettorale.
“Volete voi che Roma Capitale affidi tutti i servizi relativi al trasporto pubblico locale di superficie e sotterraneo ovvero su gomma e rotaia mediante gare pubbliche, anche ad una pluralità di gestori e garantendo forme di concorrenza comparativa, nel rispetto della disciplina vigente a tutela della salvaguardia e della ricollocazione dei lavoratori nella fase di ristrutturazione del servizio?”
Il primo riguarda cioè la possibilità di assegnare il servizio per mezzo di gare pubbliche.
“Volete voi che Roma Capitale, fermi restando i servizi relativi al trasporto pubblico locale di superficie e sotterraneo ovvero su gomma e rotaia comunque affidati, favorisca e promuova altresì l’esercizio di trasporti collettivi non di linea in ambito locale a imprese operanti in concorrenza?”
Il secondo invece decreta una creazione alternativa di trasporto, pubblica ma non di linea, per mezzo di applicazione presente su smartphone o “on demand” (a richiesta).
Sul referendum pende una problematica non da poco circa il quorum.
Il Campidoglio vorrebbe veder rispettato un quorum del 33,3%, un terzo dei votanti, trattandosi di un referendum consultivo.
Il quorum, annunciato il 31 gennaio del corrente anno, proprio quando un nuovo statuto che non presume quorum è stato stabilito, non sarebbe perciò affatto necessario secondo i Radicali, fautori dell’iniziativa.
Un questionario del 2015 generato da Eurostat ha evidenziato un dato drammatico. A Roma, soltanto il 32% di chi usufruisce del trasporto pubblico si direbbe soddisfatto della qualità del servizio, a dispetto di altre capitali, quali ad esempio Londra con l’89% del grado di soddisfazione o Berlino col suo 87%.
Il quadro che si staglia dinanzi ad un cittadino romano è quello di una città altamente congestionata, al pari di Londra e Marsiglia e seconda solo a Bucarest. Ciò accade per un motivo in particolare: 3 linee metro, di cui una ancora in fase di costruzione, che avrebbe dovuto vedere la luce (letteralmente) già nel 2000.
Cause non meno importanti del malfunzionamento e delle accese lamentele dei cittadini sono da localizzarsi nella forte evasione tariffaria e nel basso costo dei tickets.
Soluzione a queste difficoltà sarebbe dunque una liberalizzazione pianificata del servizio, che riesca ad accordare il potere pubblico con l’attenta valutazione delle proposte avanzate dai privati.