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10 gennaio 2005: stop al fumo nei luoghi pubblici chiusi

10 gennaio 2005: stop al fumo nei luoghi pubblici chiusi – Il 10 gennaio 2005 entrava in vigore la legge 3/2003 (art. 51: “tutela della salute dei non fumatori”) che vieta il fumo nei luoghi pubblici chiusi.

10 gennaio 2005: stop al fumo nei luoghi pubblici chiusi

L’Italia è stata il primo paese europeo a regolamentare il fumo in tutti i locali chiusi pubblici e privati, compresi i luoghi di lavoro e le strutture del settore dell’ospitalità. Già nel 1962, c’era stata una proposta di legge parlamentare da parte del Senatore Umberto Terracini. Tuttavia, si è dovuto attendere fino al 2005, quando il ministro Giuseppe Sirchia fece si che la proposta divenisse una legge a tutti gli effetti.

La legge Sirchia è stata considerata in tutta Europa un modello di efficace intervento di salute pubblica. Sulla scia dell’Italia, anche in Europa e nel mondo sono state introdotte legislazioni a tutela dal fumo passivo, in alcuni casi anche più restrittive.

La legge ha previsto che nei locali chiusi fosse affisso il divieto “no smoking”. L’obbligo di predisporre e di collocare gli avvisi spetta ai dirigenti nelle strutture amministrative e di servizio di pubbliche amministrazioni; nelle aziende o di privati esercenti servizi pubblici;
ai conduttori o ai datori di lavoro nelle strutture private.

Grazie alla legge sono diminuite le vendite dei prodotti del tabacco del 32% dal 2004 al 2018. Tuttavia la diffusione del fumo nelle fasce di età più giovani resta alta (20-24 anni) con una percentuale del 32.4% per gli uomini e il 22.2% per le donne.

Oltre 55 mila controlli sono stati eseguiti in Italia tra il 2005 e il 2020 presso stazioni ferroviarie, ospedali, ambulatori, musei, aeroporti, uffici postali, pub e pizzerie, rivendite di tabacchi, che hanno evidenziato il sostanziale rispetto della norma.

Uso delle sigarette elettroniche

Nel frattempo è aumentata la diffusione delle sigarette elettroniche che nel 2019 sono arrivati a rappresentare il 4% del mercato.